Le elezioni politiche in Italia del 1924 per l'elezione della Camera dei deputati si svolsero il 6 aprile 1924. Furono le ultime elezioni multi-partitiche a sovranità popolare svoltesi in Italia prima dell'avvento della dittatura fascista.
Contesto storico
La frammentazione elettorale delle precedenti elezioni (del 1921) spinse il Partito Nazionale Fascista a presentare un progetto di legge elettorale in nome della governabilità.
La cosiddetta legge Acerbo (n. 2444 del 18 novembre 1923), un proporzionale con voto di lista e premio di maggioranza, fu approvata in un clima intimidatorio come dimostra il discorso di Filippo Turati:
La campagna elettorale e le elezioni furono segnate da un clima di intimidazione e da ripetute violenze da parte dei sostenitori del Partito Nazionale Fascista, denunciate nella seduta parlamentare del 30 maggio dal segretario socialista Matteotti.
Diritto di voto
Non avevano diritto di voto le cittadine maggiorenni di sesso femminile. Erano temporaneamente privati del diritto di voto sottufficiali e soldati dell'Esercito, della Marina e dei corpi organizzati militarmente per servizio dello Stato.
Candidati
Alla consultazione parteciparono 23 liste con 1306 candidati, di cui 346 erano deputati uscenti e 41 avevano esercitato il loro mandato nel corso della XXV Legislatura.
Oltre alla Lista Nazionale (nota anche come "listone") e alla Lista Nazionale bis, si presentarono sette liste liberali e quattro liste democratiche di opposizione, due liste socialiste, due liste autonomiste (slavi-tedeschi e sardisti) e una lista ciascuna per popolari, comunisti, repubblicani, demosociali ed agrari. Solo tre liste si presentavano in tutto il regno: Lista Nazionale, PPI e PSU.
- Opposizione costituzionale Partito Demolaburista Italiano (Ettore Lombardo Pellegrino), lista presente solo in Calabria-Basilicata e Sicilia
- Liberali Angelo Pezzullo, Giuseppe Barattolo e Giuseppe Toscano, lista presente solo in Campania e Sicilia
- Partito Socialista Unitario
- Lista Nazionale bis (fascisti estremisti e fiancheggiatori fidati), lista presente solo in Toscana, Lazio-Umbria, Abruzzi-Molise e Puglie
- Partito Popolare Italiano
- Liberali indipendenti Alfonso Rubilli e Gianfranco Tosi, lista presente solo in Emilia, Abruzzi-Molise, Campania, Puglie e Calabria-Basilicata
- Partito Democratico Sociale Italiano, presente solo in Toscana, Campania, Calabria-Basilicata, Sicilia e Sardegna
- Opposizione costituzionale Giovanni Amendola, lista presente solo in Abruzzi-Molise, Campania, Calabria-Basilicata e Sardegna
- Liberali Silvestro Graziano, lista presente solo in Calabria-Basilicata e Sicilia
- Partito Repubblicano Italiano, lista non presente in Piemonte, Abruzzi-Molise e Sardegna
- Opposizione costituzionale Ivanoe Bonomi: democratici autonomi, LDN, demosociali dissidenti, lista presente solo in Piemonte, Lombardia, Veneto e Venezia Giulia
- Slavi e Tedeschi, lista presente solo in Veneto e Venezia Giulia
- Opposizione costituzionale Vincenzo Giuffrida: nittiani e socialriformisti, lista presente solo in Campania e Sicilia
- Fasci nazionali di Raimondo Sala e Cesare Forni, lista presente solo in Piemonte e Lombardia
- Partito dei Contadini d'Italia, lista presente solo in Piemonte, Liguria, Lombardia e Lazio-Umbria
- Liberali indipendenti Nicola De Grecis, lista presente solo in Campania e Puglie
- Partito Sardo d'Azione, lista presente solo in Lazio-Umbria e Sardegna
- Liberali Giovanni Giolitti, lista presente solo in Piemonte, Liguria e Lazio-Umbria
- Partito Comunista d'Italia, lista non presente in Abruzzi-Molise e Sardegna
- Liberali indipendenti Giuseppe Maria Fiamingo, lista presente solo in Lazio-Umbria e Sicilia
- Lista Nazionale, lista presente in tutta Italia (PNF, destra, nazionalisti, liberal-nazionali, nazional-sindacalisti, nazional-popolari)
- Camillo Corradini, lista presente solo in Toscana, Abruzzi-Molise e Calabria-Basilicata
- Partito Socialista Italiano, lista non presente in Abruzzi-Molise e Sardegna
Simboli
Di seguito sono rappresentati i simboli delle liste, nell'ordine sopra descritto.
Modalità di voto
Con la nuova legge elettorale era introdotta la scheda di Stato (sostituendo la precedente busta di Stato) stampata su carta bianca, che riportava i contrassegni delle liste ammesse per le votazioni nella circoscrizione.
L'elettore poteva esprimere il proprio voto tracciando un segno sul simbolo della lista prescelta; poteva anche esprimere il voto di preferenza per tre candidati se nella circoscrizione erano eletti più di 20 deputati oppure per due candidati nelle altre circoscrizioni.
Risultati
In base alla nuova legge elettorale (legge 18 novembre 1923 n. 2444, nota come "legge Acerbo"), alla lista più votata a livello nazionale - purché avesse almeno il 25% dei voti validi - venivano assegnati i 2/3 dei seggi in tutte le circoscrizioni (ciò significava l'elezione in blocco di tutti i candidati della lista, essendo essi 356), mentre gli scranni rimanenti erano assegnati alle altre liste in proporzione ai voti ottenuti e secondo ordine di preferenza personale.
Il "listone", al quale spettavano 356 seggi, a causa della morte di uno dei propri candidati (Giuseppe de Nava) perse un seggio nella circoscrizione Calabria e Basilicata; il seggio fu inizialmente assegnato a Fausto Gullo del Partito Comunista, ma nella seduta parlamentare del 17 dicembre 1924 la Camera approvò la decisione della Giunta delle elezioni per l'elezione del deputato Nicola Siles del Partito Popolare Italiano. Il numero di deputati del Partito Comunista e quello dei deputati del Partito Popolare passarono rispettivamente da 19 a 18 e da 39 a 40.
Risultati per circoscrizione
Partecipazione al voto
Eletti
I 531 inizialmente eletti (4 deputati furono eletti in due circoscrizioni) comprendevano:
- 294 nuovi deputati
- 217 deputati uscenti riconfermati
- 20 deputati che avevano già ricoperto la carica in altre legislature
Si riporta l'attribuzione finale dei seggi, per partito, alla Camera.
La contestazione dei risultati e l'omicidio di Matteotti
Il 30 maggio 1924, al momento di convalidare le decisioni della Giunta delle elezioni, diversi parlamentari di minoranza segnalarono proteste per le modalità di voto in alcune circoscrizioni (Abruzzi, Campania, Calabria, Puglie e Sicilia) e fu presentata una richiesta degli onorevoli Labriola, Matteotti e Presutti per il rinvio degli atti alla Giunta.
La richiesta fu negata dalla Camera e fu approvata in blocco l'elezione dei componenti la maggioranza.
In seguito al celebre discorso di denuncia dei brogli, Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, fu rapito e assassinato da una squadra fascista: essa era capeggiata da Amerigo Dumini ed al suo interno vi era un elemento per il cui arruolamento "era stato indispensabile addirittura scomodare Marinelli e De Bono e chiamare in causa il ministro dell'interno Mussolini". Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo.
Note
Bibliografia
- Statistica delle elezioni generali politiche per la XXVII legislatura (6 aprile 1924), Roma, 1924.
- Compendio delle statistiche elettorali italiane dal 1848 al 1934, Roma, 1946.
- Piergiorgio Corbetta e Maria Serena Piretti (a cura di), Atlante storico-elettorale d'Italia 1861-2008, 2009.
Voci correlate
- Lista Nazionale
- Elezioni politiche nel Regno d'Italia
- Grafico delle elezioni politiche in Italia
Altri progetti
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